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"Tadeusz Borowski si pone in maniera totalmente nuova e diversa rispetto al modo ormai tradizionale di scrivere dell'occupazione nazista e dei lager. Infatti, ha creato testi di grande valore in cui ciò che lo interessa è soprattutto la vita quotidiana. Un simile metodo comporta una diversa scelta dei fatti: vuole riprodurre un quadro rappresentativo, medio, di fenomeni e di sensibilità. Così i racconti mostrano tanto le forme composite della vita sotto l'occupazione, fondata su un commercio patologico e pericoloso, quanto la lotta per la sopravvivenza nei lager, una lotta brutale e tragica perché fa emergere nella natura umana i suoi lati primordiali. La sua sincerità senza precedenti, addirittura imbarazzante, non risparmia nessuno né tace nulla. Così sono nate le pagine di questo libro che imprimono indelebilmente nella nostra memoria le devastazioni operate nella psiche umana dai meccanismi dell'occupazione e soprattutto del lager. E l'autore si astiene dal fare una propria diagnosi, lascia al lettore il compito di trovare delle definizioni adeguate a simili devastazioni: l'indifferenza verso gli altri, la scomparsa delle più elementari reazioni del cuore, l'avidità, l'egoismo". (Wislawa Szymborska)